L’esperienza ha però dimostrato che quel metodo non era praticabile e che applicato alle politiche circostanze di questa città non poteva portare alcun effetto. In vero entrando
nello spirito della istituzione, chi non vedeva a colpo d’occhio che la misura di rinchiudere gli uomini incorreggibili e pericolosi era una misura di prevenzione la quale, anziché punir dei
delitti non intendeva che evitarli, volendosi in una parola assicurare con essa l’ordine pubblico, e garantire la proprietà e la sicurezza dei cittadini, troppo spesso e gravemente compromessi?
Bisognava dunque portar lo sguardo sopra tutti coloro, la cui passata condotta dar poteva i più giusti e fondati motivi di inquietudine e di pericolo. Ma in questo caso qual terribile quadro non si
presenta egli a chi presiede al governo di questa città? Essa non racchiude più una popolazione ricca ed industriosa. Le sue principali manifatture di seta e canepa che alimentavano ne passati
tempi più migliaia di persone, languono ora e sono quasi per spegnersi; li mutamenti politici, le vicende del commercio, l’avvilito prezzo de principali prodotti territoriali fanno sentire la loro
trista influenza su tutte le classi di persone, e con venir meno le risorse alle più ricche è forza che tutto il danno vada a ricadere sull’altre; e perché non si pensi che esagero ricordo le più
recenti statistiche sulla popolazione di Bologna che denunciano 29.000 poveri su una popolazione di 66.096 persone. La maggior parte di questi poveri è composta di uomini validi che non hanno
lavoro e non hanno speranza di trovarlo e che non trovano pur troppo che nel delitto un mezzo più pronto di viver nell’ozio e di soddisfare ad ogni maniera di vizi e di sregolatezze… è questo lo
stato a cui di preferenza si abbandona la classe del basso popolo.