Le Tesi della Sapienza - 1967
Nel febbraio 1967, in occasione di un incontro nazionale dei Rettori delle Università italiane presso la Scuola Normale di Pisa, rappresentanti di diverse associazioni studentesche organizzarono
un’iniziativa di protesta occupando il Palazzo della Sapienza, sede dell’Università pisana. Si discusse a lungo della condizione studentesca e del ruolo sociale degli studenti. Gli argomenti
sollevati furono sviluppati in una dichiarazione programmatica, le Tesi della Sapienza (pubblicate su “Il Mulino”, 4-5, 1967), un documento che sulla base di una dura critica al sistema
accademico italiano offriva indicazioni su come orientare e organizzare la protesta. Contro un'organizzazione del sapere divisa in comparti stagni, gli studenti proponevano l'istituzione di
Dipartimenti fondati sui principi della interdisciplinarietà e una gestione democratica e paritetica della vita accademica, che coinvolgesse cioè anche gli studenti nei diversi livelli dei
processi decisionali.
A partire dal presupposto secondo cui all’interno di società capitaliste gli studenti costituirebbero «forza lavoro in fase di formazione», il documento lanciava un appello agli studenti affinché
si dotassero di strutture rappresentative analoghe ai sindacati dei lavoratori. Di conseguenza, se gli studenti risultavano una componente sociale assimilabile alla classe lavoratrice, si
deduceva che la controparte studentesca – le autorità accademiche – erano parte integrante della classe dominante. Sulla base di questo passaggio logico si postulava di fatto un collegamento
strutturale tra le lotte all’interno dell'Università e i conflitti di lavoro al suo esterno: «Il movimento [...] tiene conto della lotta di classe contro il sistema capitalistico nella sua
totalità e ricerca l'unità con tutte le forze che lo contestano in pratica. […] Il movimento potrà giungere in una fase più avanzata a precisare il tipo di società che si propone di collaborare a
costruire. Questo compito sarà reso possibile: a) dall'analisi metodica dello sviluppo capitalistico in relazione alla università; b) dalla discussione di base intorno alle tesi sulla scuola; c)
dal collegamento con le lotte operaie». Le Tesi della Sapienza avranno un valore importante nell’orientare in particolare la componente operista del Sessantotto italiano, una corrente che poneva
la classe operaia al centro di ogni processo rivoluzionario e che pertanto sosteneva la necessità di creare “collegamenti organici” tra movimento studentesco e movimento operaio.
DOI: http://dx.doi.org/10.1473/stor25