Storia di Cipro dopo la Seconda guerra mondiale
Non è possibile approfondire in questo contesto le complesse vicende della storia di Cipro nel periodo successivo alla decolonizzazione; si ricorda solo che l’isola di Cipro
ha visto tradizionalmente la presenza di due comunità: una ortodossa e di cultura, nonché di lingua, greca, e l’altra, minoritaria, di tradizione turca. Dopo la fine del secondo conflitto mondiale
Cipro rivendicò la propria indipendenza e nel 1954 la Grecia appoggiò questa richiesta all’Onu, suscitando l’opposizione turca. Nel 1955 si costituì l’EOKA (Ethniki Organosis Kyprion
Agoniston – Orgnanizzazione nazionale per la lotta a Cipro) animata da Giorgos Grivas, un colonnello che aveva partecipato alla resistenza Greca e aveva poi militato nelle fila
dell’antiguerriglia durante la guerra civile. Gli obiettivi di questa organizzazione erano gli inglesi sotto il cui controllo si trovava ancora l’isola. Dopo l’indipendenza ottenuta nel 1960 lo
stesso Grivas fondò nel 1970, assieme a Nicos Sampson, la EOKA B, ovvero la seconda Eoka strettamente legata al governo della giunta dei colonnelli. Lo scopo di questa seconda
organizzazione era quello di combattere il governo dell'Arcivescovo Makarios che perseguiva una politica indipendente da Atene. Nel 1974, alla morte di Grivas, la giunta militare greca assunse
direttamente il controllo della EOKA B e fece un colpo di stato a Cipro a causa del quale Makarios venne deposto e costretto alla fuga. Questo portò all’occupazione turca della parte nord
dell’isola, all’aumento esponenziale della popolazione turca a Cipro e alla spartizione in due zone dell'isola di Cipro, a cui seguì l’esodo di greco-ciprioti verso la parte greca e, in minor
misura, di turco-ciprioti verso Nord. Divisione che sussiste tutt’ora.